Un bell'intervento su nòva di oggi di Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas Irccs, dell'Università degli studi di Milano. Mantovani fa giustamente notare che il problema più grosso non è tanto la "fuga di cervelli" nostrani, ma il basso (infimo) numero di ricercatori stranieri che vengono da noi. La motivazione, la solita mancanza di un "sistema" ad hoc dedicato all'agevolazione dell'ingresso di stranieri, o del rientro di italiani. Tra gli ostacoli, se non sbaglio (correggetemi), il fatto che la richiesta del permesso di soggiorno in questi casi funzioni allo stesso modo che per tutti gli extracomunitari (lergge Bossi-fini). La difficoltà ad ottenere i permessi di soggiorno ce l'hanno anche gli studenti stranieri che vengono in Italia (ostruzionismo da parte delle nostre ambasciate all'estero). Dovrebbero invece essere attivati percorsi facilitati. Per quanto riguarda poi la fuga nostrana, viene da obiettare a Mantovani, che sostiene che è normale che i ricercatori vadano a fare esperienza all'estero, che l'osservazione non è molto pertinente al nostro caso. Molti nostri ricercatori infatti "fuggono" all'estero perché non viene valorizzato il loro lavoro, perché non ci sono fondi, perché la destinazione dei fondi è legata spesso alle pubblicazioni fatte, e molto meno ai possibili sviluppi industriali delle ricerche
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