Italy for Europe

Network per la promozione e la valorizzazione dei progetti italiani in ambito europeo e internazionale

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Nord Est: provincia, non periferia

Questa è la sintetica definizione che chiude la relazione di Stefano Micelli a presentazione del rapporto Nord Est 2016, della Fondazione omonima.
Un'area geografica che raggruppa Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, caratterizzata storicamente come un territorio a sé, dinamico, a suo modo "diverso" dal resto della Penisola.
Insieme al Nord-Ovest e all'Emilia Romagna è il cuore manifatturiero dell'economia italiana.
I risultati del 2015 in qualche modo riaffermano questo ruolo, segnalano importanti passi a vanti, ma denunciano anche limiti pericolosi aggravati dalla crisi 2007-2013.
Innanzitutto i dati: nel 2015 la crescita del PIl è stata dello 0,8%, e i consumi registrano +1,3%. In buona salute il settore produttivo, che registra una crescita del 5,8%, ampliando il +3,7% dell'anno precedente. Ciononostante l'economia regionale non recupera i valori del precrisi (2007) e cresce meno dei suoi riferimenti in Europa.
Il motore della performance regionale è l'impresa, anche grazie alla scelta di puntare sulla qualità della produzione, sancita lo scorso anno dal Manifesto del Nuovo Manifatturiero di Confindustria Veneto. Scrive Micelli: Il prodotto incorpora in modo originale una quota crescente di progettazione, di logistica, di comunicazione, ma anche di storia e di territorio. 

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Scritto da Asa_A.Santangelo il 01/04/16 alle 12:31 nella Economia e imprese | Permalink | Commenti (0)

Imprese e capitale umano

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Sopra: dati da uno studio francese sulla mobilità dei ricercatori in Europa

Edoardo Lombardi Vallauri interviene sul Mulino sul tema del rapporto tra università e impresa. 
La tesi di Vallauri è che l'università prepara ottimi neolaureati, ma il mercato non li assorbe per via dell'arretratezza delle imprese (o della pesantezza della legislazione italiana).

Correda il suo articolo con numeri e statistiche che indicano come i nostri laureati siano molto appetibili all'estero, e disprezzati o sottoutilizzati in patria.

Se i nostri laureati non trovano lavoro in Italia ma lo trovano facilmente all’estero, significa che i nostri laureati non sono ben preparati, oppure invece che il nostro sistema economico non è capace di offrire lavoro? Insomma, come si può dare la colpa all’università se i nostri laureati non possono lavorare qui, ma possono presso aziende straniere? Come si può dire che l’università italiana non prepara adeguatamente per il lavoro, se prepara adeguatamente per lavorare proprio nei Paesi dove il lavoro è organizzato in modo da produrre più ricchezza; e, dato importantissimo che qui possiamo solo accennare in Tabella 1, Paesi dove le università sono molto più finanziate che da noi? La colpa, palesemente, non è dell’università italiana, ma delle aziende italiane. O al massimo, se proprio vogliamo aiutarle a scaricare il barile, della famosa legislazione italiana che tarpa le ali a qualsiasi iniziativa, e che se fossero state in Italia avrebbe impedito di prendere il volo anche ad aziende-aquila del genere di Microsoft o di Google.

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Scritto da Asa_A.Santangelo il 07/03/16 alle 15:53 nella Economia e imprese | Permalink | Commenti (0)

A Milano lo Human Technopole Italy 2040

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L'immagine è tratta dal Corriere del 25.2.2016

Lo Human Technopole Italia 2040 occuperà un’area di circa 30 mila metri quadrati, su cui saranno insediati sette centri di ricerca, occupando circa 1500 persone. Le attività riguarderanno le scienze della vita, genomica e analisi dei big data per combattere cancro e malattie degenerative.

Questi i sette centri e le aree di interesse:

  • un centro dedicato alla nano science and technology, focalizzato su dispositivi per monitorare la salute dei pazienti
  • un centro per la neurogenomica, che assocerà patologie con storia familiare, stile di vita, alimentazione del paziente,
  • un centro di medical genomicsche studierà le malattie oncologiche ed auto-immuni.
  • un centro su agri-food e nutrition genomics, che studierà la diete atte alla prevenzione di queste malattie
  • un centro di analisys, decisions and society, per analizzare big data e sviluppare gli algoritmi necessari a definire modelli matematici e statistici.
  • un centro di data sciencesi occuperà di correlare dati e analisi epidemiologiche, 
uno centro per la computational life sciences svilupperà software e hardware per l’analisi dei dat.

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Scritto da Asa_A.Santangelo il 25/02/16 alle 12:30 nella Economia e imprese, Università e ricerca | Permalink | Commenti (0)

Ricerca: nuovi servizi per l'innovazione

Quest'anno Questio, la piattaforma di Regione Lombardia per mappare la ricerca, ha compiuto il suo nono anno di vita, e nel frattempo l'ecosistema si è arricchito di una nuova entità: la piattaforma Open Innovation. Insieme, entrambi i sistemi costituiscono un patrimonio che Regione Lombardia mette a disposizione delle imprese (e dei Centri e dei dipartimenti universitari), per supportare l'innovazione e la competitività dell'economia lombarda.
Ma i meccanismi di supporto all'innovazione sono ancora al di sotto, vale la pena di riconoscerlo, delle necessità del sistema produttivo regionale. La piccola taglia delle imprese, la difficoltà di relazione con gli enti di ricerca, la ancor insufficiente capacità di attrazione verso talenti (ricercatori e studenti) stranieri, sono limiti che vanno superati.
Non v'è dubbio che la rete abbia facilitato e aperto nuove opportunità per le imprese, ma le potenzialità sono enormi.
Per questo motivo Eupolis Lombardia ha lanciato un questionario online per richiedere alle imprese e a chi si occupa di innovazione, pareri e suggerimenti su nuovi servizi da mettere a disposizione per facilitare l'accesso alla conoscenza e ridurre la distanza tra ricerca e imprenditorialità.
Il questionario si trova qui: http://sondaggioservizi.questio.it/. Siete tutti invitati a compilarlo, vi restituiremo i risultati al termine della consultazione.
Quanto agli effetti che una maggior propensione alla collaborazione tra imprese e tra queste e l'università può avere sull'economia, siete invitati a leggere la ricerca di Accenture: Harnessing power of enterprises to open innovation" (scarica il .pdf qui).
In Italia un uso più diffuso dell'open innovation può avere un impatto pari all'1,9% in più sul PIL, cioè 35 Mdi €.

Scritto da Asa_A.Santangelo il 22/12/15 alle 10:11 nella Economia e imprese | Permalink | Commenti (0)

India: squilibrio gender

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Nel report The power of parity: Advancing women’s equality in  India, McKinsey calcola gli effetti di un fenomeno ormai assodato:  la partecipazione femminile al mercato del lavoro. Ribadendo una  convinzione condivisa ormai dagli economisti: il lavoro femminile  aumenta il PIL del Paese che lo utilizza.

E' un fenomeno ben noto  anche in Italia, dove  registriamo tassi inferiori alla media europea.
Nella democrazia più grande a livello planetario, e una delle economie più dinamiche, il fenomeno è particolarmente rilevante,  entro il 2025 potrebbe aumentare il PIL di 700 Mdi di dollari  (+1,4%), accrescendo del 10% la forza lavoro femminile, cioè 68  Mni di donne.
L'osservatorio McKinsey ha definito un fattore di "apertura alla  parità di genere" nei vari stati indiani, come si legge nella figura  sopra.
Ad aggravare lo sbilancio c'è il fatto che i cinque stati dove le  resistenze alla parità sono minori contano il 4% della mano d'opera femminile, mentre i cinque stati più "refrattari" pesano per il 32%.

Questi dati, associati ai numerosi casi di violenza sulle giovani e una crescente intolleranza degli estremisti indù nei confronti delle altre religioni, destano preoccupazione nella comunità internazionale 

Scritto da Asa_A.Santangelo il 04/11/15 alle 11:46 nella Economia e imprese | Permalink | Commenti (0)

Tag: gender, India, occupazione, PIL

Global Entrepreneurship Congress 2015

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Il GEC è una convention annuale che raduna startup, istituzioni, venture capital da più di 115 Paesi. Organizzato dalla Kauffman Foundation nel 2009 a Kansas City, si è poi tenuto a Dubai, Shangai, Liverpool, Rio de Janeiro e Mosca. 

L'evento 2015 si svolge a Milano al Palazzo Congressi, in P.le Carlo Magno 1, dal 16 (riservato agli ospiti stranieri) al 19 marzo. Qui il programma
I
L progetto NEXT partecipa a GEC con uno stand e un incontro il 18 pomeriggio, amber 5 dalle 14,30 alle 18.000 sul tema Regional entrepreneurial ecosystem around the Adriatic-Jonian MAcroRegion.

 Associato all'evento, è stato organizzato un Innovation Tour, con la proposta di 7 itinerari in luoghi dell'innovazione italiana

Scritto da Asa_A.Santangelo il 12/03/15 alle 17:33 nella Economia e imprese, Innovation | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)

Tag: Adriatic-Jonia Macroregion, financing, GEC, NEXT

La strategia del governo per il Paese

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Martedì 3 il governo ha presentato il piano per la banda larga e la Strategia per la crescita digitale. Il piano dovrebbe farci risalire dalle ultime posizioni in Europa, riguardo l'infrastruttura; anzi, si pone ambiziosamente l'obiettivo di superare i parametri fissati dall'europa: 50%di connessioni a 100 mbit e 30 mbit a tutta la popolazione; le connessioni a 100 mbit dovrebbero raggiungere l'85% delle connessioni.
Lo stato si accolla l'onere di 6 Mdi €, che vanno a sommarsi ai 2 già stanziati dagli operatori nei piani attuali, cui dovrebbero aggiungersene altri 4.

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Scritto da Asa_A.Santangelo il 05/03/15 alle 11:21 nella Economia e imprese, Innovation | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)

Tag: broadband, crescita, innovazione, Italia

L'economia milanese

La Camera di Commercio di Milano ha elaborato i dati ISTAT sull'economia lombarda (2013). La Lombardia importa beni per 111 Mdi € ed esporta per 108 Mdi. Milano pesa per il 34% nell'export (37,4 Mdi) e per il 52 nell'import (58 Mdi). Lo studio è qui (.pdf) 

L'economia milanese è integrata con Germania, Olanda, Francia e Svizzera. Il 94% delle importazioni riguardano prodotti per le attività manifatturiere; le prime 5 tipologie di prodotto sono:
Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi
0,8 Mni 19,69%; Prodotti chimici 7,3 Mni pari al 13,40%; Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici 6,2 Mni pari al 11,45%; Macchinari e apparecchiature 4,7 Mni pari all'8,71% Prodotti della metallurgia 4,2 Mni pari al 7,66%.

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Scritto da Asa_A.Santangelo il 24/02/15 alle 11:57 nella Economia e imprese | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)

Tag: Camera di commercio, economia, Milano

Le Pmi si salvano con l’export

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Istat ha pubblicato il report “Rapporto 2014 sulla competitività dei settori produttivi” che fotografa lo stato di salute dei principali settori utilizzando 70 indicatori, e analizzando strategie e risultati delle imprese di ciascun comparto, evidenziando le risposte vincenti o carenti.

Il periodo preso in considerazione è il triennio 2011-2013, in cui si sono verificate rispettivamente una forte caduta della domanda interna nel periodo e una contrazione di quella estera nel 2013. Quest’ultima è probabilmente al causa della contrazione dello 0.1 % del PIl nel primo trimestre 2014.

L’export ha sollevato le sorti del  Paese
Nel periodo 2008-2013 la crisi ha seguito un andamento a W, con picchi nel biennio 2008-2009 e 2011-2013 che in Italia e Spagna sono stati più accentuati; il nostro Paese ha perso quasi il 25% del prodotto industriale. All’interno di questa performance però due dati eterogenei: il fatturato industriale interno si è contratto del 17% mentre le esportazioni sono cresciute del 3%. Il calo della domanda interna ha colpito soprattutto i beni si consumo e intermedi.

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Scritto da Asa_A.Santangelo il 27/05/14 alle 15:15 nella Economia e imprese | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)

Tag: competitività, Imprese, ISTAT, settori, strategie

I Fraunhofer, possibile modello per l'Italia

Per Alberto Quadrio Curzio, per rilanciare la competitività del sistema Italia occorre rafforzare il collegamento tra ricerca e imprese, e cita l'esempio dei Fraunhofer tedeschi come modello di supporto all'innovazione delle imprese.
“Posto che personalmente ritengo che il Cnr vada profondamente rivisto, credo che un modello potremmo ricercarlo negli Istituti Fraunhofer (60 strutture per 18 mila ricercatori, ndr), che in Germania sono diventati i riferimenti tecnologici per le piccole e medie imprese tedesche, le quali affidano a loro i propri piani di sviluppo. In questo modo si salda quell'anello mancante tra ricerca ed economia. Per il momento in Italia ne abbiamo solo uno, a Bolzano”.
La Commissione europea ha rilanciato questa sfida con Horizon 2020, e nell'Accordo di partenariato con l'Italia ha sottolineato con forza le carenze in  termini di competitività e infrastrutture (banda larga) del Paese. 
La RIS 3 richiede una finalizzazione e segmentazione del sistema economico dei territori (in Lombardia è in corso una più affinata versione della strategia), e la capacità di adottare un modello flessibile in grado di cogliere le novità determinate dallo sviluppo delle Key Enabling Technologies.
Vi sono eccellenze nel nostro Paese che dimostrano le grandi potenzialità esistenti. La strada è tracciata, occorre perseguirla con coerenza.

Scritto da Asa_A.Santangelo il 21/05/14 alle 09:33 nella Economia e imprese, Innovation | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)

Tag: competitività, Horizon 2020, modelli, Sme

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